Posizione ufficiale del Gruppo - Cesena, 28 Febbraio 2020
In merito alla vicenda relativa all'allevamento di riproduzione suini, sito in provincia di Forlì- Cesena e parte della filiera Amadori, l’azienda intende precisare che le attività di questo allevamento sono sempre regolarmente proseguite in tutti questi anni e continuano tuttora, nel rispetto delle normative vigenti e dei rilievi delle Autorità competenti.
Gli Organi deputati e le Autorità pubbliche hanno effettuato diverse visite alla struttura e hanno sempre confermato come l'impianto fosse conforme nel suo complesso alle normative vigenti, segnalando ambiti di miglioramento e non mettendo mai in discussione l'operatività dell'allevamento.
Al tempo stesso, il Gruppo ha proseguito a investire tempo e risorse nel miglioramento costante della struttura, che in questi anni è stata oggetto d’interventi di rinnovamento nell'ambito di un piano d'investimenti complessivo dedicato a tutta la filiera, a garanzia di un sempre maggior rispetto del benessere animale, per assicurare prodotti di qualità per i propri clienti e per i consumatori.
Con lo scopo di snellire l'iter processuale di questa vicenda e giungere all’accertamento di fatti che - va ricordato - risalgono al 2016, si è proceduto tramite il patteggiamento, il cui iter si è concluso oltre 8 mesi fa e non in questi giorni, a differenza di quanto potrebbe apparire dalla comunicazione diffusa da alcune associazioni animaliste.
Per una completa ricostruzione dei fatti, inoltre, occorre rimarcare che le condotte attribuite, dopo una serie di indagini e considerazioni espresse dalle difese, sono state fortemente ridimensionate dalla Procura. La conclusione del procedimento col solo pagamento di multa e ammenda è la conferma del fatto che le condotte hanno avuto carattere occasionale e che nessun pericolo o danno ulteriore sia emerso da esse.
Il Gruppo rimane fermo nella propria convinzione di avere sempre operato nel rispetto delle normative vigenti. La continuità produttiva della struttura in tutti questi anni è la prova effettiva di come l’attività dell’allevamento sia stata sempre realizzata nel rispetto e in conformità con le leggi italiane ed europee.
Appare pertanto evidente come il clamore sollevato sia del tutto ingiustificato rispetto alla sua reale portata, vista anche l’occasionalità e la singolarità dell’episodio, e che la vicenda sia stata assunta come pretesto per un attacco ideologico e generalizzato al sistema zootecnico nazionale, che resta fra i più avanzati a livello internazionale.