Nuovo packaging al 60% in R-PET per la gamma BIO senza uso di antibiotici: Amadori conferma l'impegno su innovazione e differenziazione dell'offerta, rispondendo alle esigenze dei consumatori. Cesena, 16 giugno 2022
In uno scenario di mercato sempre più dinamico e attento alla qualità, all’origine certificata e alla sostenibilità delle produzioni alimentari, il Gruppo Amadori rinnova il proprio impegno su benessere animale e sostenibilità, puntando sulla sua filiera biologica integrata e italiana.
A partire dal mese di giugno, la gamma confezionata BIO a marca Amadori è sul mercato con due importanti novità: l’estensione del requisito di allevamento senza uso di antibiotici a tutti i prodotti e un rinnovato pack in plastica riciclata al 60%, che assicura anche maggiore shelf life al prodotto, grazie alla vaschetta in R-PET in LID termosaldato, più sicura e igienica.
Nel segno di innovazione, qualità, benessere e sostenibilità, Amadori si conferma leader per l’allevamento senza uso di antibiotici, introdotto nel 2017 su tutta la filiera del pollo “Il Campese” allevato all’aperto e, fra 2018 e 2019, in quella del pollo e tacchino Qualità 10+.
Con l’introduzione di questo requisito alla filiera BIO, il Gruppo ha l’obiettivo di garantire progressivamente questo requisito a tutte le filiere di alta qualità, rispondendo in maniera puntuale alle richieste dei consumatori italiani. (Le normative europee che regolamentano l'allevamento avicolo a regime biologico prevedono la possibilità di un trattamento antibiotico per ciclo produttivo, in caso di malattia degli animali).
Una scelta premiata dal mercato: sia il pollo “Il Campese” che il pollo “Qualità 10+”, dall’introduzione del requisito “senza uso di antibiotici” (rispettivamente dal 2017 e dal 2018) hanno registrato al 2021 una crescita media annua a doppia cifra nei volumi di vendita (i dati non includono l’anno 2020).
Il raggiungimento di questo risultato conferma il valore delle scelte strategiche del Gruppo, con investimenti mirati all’innovazione e allo sviluppo infrastrutturale e tecnologico delle sue filiere, integrate e 100% italiane.
Secondo una recente indagine realizzata da ISMEA per Unaitalia, l’esclusione degli antibiotici in allevamento[1], la provenienza italiana e l’allevamento all’aperto sono infatti tre dei principali driver di acquisto per le carni avicole.
A fine 2021 la filiera biologica Amadori è organizzata in oltre trenta strutture, tutte localizzate tra nord della Puglia e Basilicata. Una filiera, insieme a quella de "il Campese" e "Qualità 10+" su cui il Gruppo continuerà a investire, per garantire una crescita costante nei prossimi anni.